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Angiomi cavernosi
Gli angiomi cavernosi (chiamati anche cavernomi) sono delle malformazioni vascolari formate da un agglomerato di vasi a basso flusso, molto simili a delle more.
L’incidenza nella popolazione è bassa (circa lo 0,5%).
Non esiste una chiara eziologia; verosimilmente si tratta di malformazioni congenite e spesso sono associati ad angiomatosi multiple.
Possono avere una localizzazione encefalica o midollare.
Sintomi
Come le altre malformazioni vascolari, la stragrande maggioranza dei casi è del tutto asintomatica ed il riscontro spesso è casuale.
Molto spesso gli angiomi cavernosi vanno incontro a microsanguinamenti asintomatici, rilevabili esclusivamente dalla RM encefalo.
I cavernomi però possono anche manifestarsi clinicamente con crisi epilettiche o emorragie cerebrali dovute alla propria rottura.
Diagnosi
Gli esami diagnostici sono la TC e la RM encefalo, quest’ultima già accurata, che consente di ottenere la tipica immagine a pop-corn. L’angiografia cerebrale in questi casi risulta negativa. Nel caso di cavernomi multipli o familiari è opportuno uno studio anche del midollo spinale mediante esecuzione di RM del rachide in toto. In considerazione della natura epilettogena di questa malformazione, è inoltre indicata l’esecuzione di un elettroencefalogramma.
Nel caso in cui la lesione occupi un’area cerebrale eloquente, è indicata l’esecuzione di una RM encefalo funzionale.
Trattamento
A differenza delle malformazioni artero-venose, in questo caso la radioterapia ed il trattamento endovascolare, sono inefficaci.
Il trattamento può essere pertanto solo chirurgico e deve essere preso in considerazione per i cavernomi sintomatici, in caso di crisi epilettiche refrattarie a terapia farmacologica, per quelli che evolvono al follow-up neuroradiologico, o, indiscutibilmente, se si siano manifestati con un’emorragia.
La chirurgia consiste nell’exeresi della lesione, sotto stretto monitoraggio neurofisiologico intraoperatorio, con l’utilizzo del neuronavigatore, al fine di limitare le manovre chirurgiche all’area lesa e rispettando il tessuto cerebrale sano, soprattutto nel caso in cui la lesione occupi un’area cerebrale eloquente.
I rischi dell’intervento sono legati alla sede dell’angioma cavernoso.