Scoliosi

La scoliosi è una deformità della colonna vertebrale caratterizzata da una rotazione dei corpi vertebrali in grado di alterare la conformazione del rachide nei tre piani dello spazio, che si considera patologica quando la curva scoliotica supera i 10° Cobb.

A differenza della scoliosi dell’età adolescenziale che, nella stragrande maggioranza dei casi, ha un’origine idiopatica (ovvero sconosciuta), quella dell’adulto è principalmente correlata a fenomeni degenerativi che interessano la colonna vertebrale, quali la degenerazione dei dischi intervertebrali, la spondilolistesi, la stenosi lombare o le ernie discali.

Le scoliosi dell’adulto si classificano in 3 gruppi:

  1. Scoliosi de novo (non presente in età adolescenziale)
  2. Scoliosi idiopatica dell’adulto (secondarie ad una scoliosi adolescenziale)
  3. Scoliosi secondaria a patologie preesistenti (neuromuscolari, reumatologiche, ecc).

Sintomi

La scoliosi dell’adulto si manifesta con: 

  • Dolore alla schiena in particolare nel tratto lombare, lombo-sciatalgia persistente, dolori irradiati alle gambe, disestesie, crampi muscolari;
  • difficoltà a camminare e ridotta autonomia nella marcia;
  • Progressive deformità della colonna con inclinazione del corpo verso un lato e verso l’avanti

Diagnosi

Per poter diagnosticare con precisione una scoliosi sono fondamentali alcuni esami diagnostici:

  • la radiografia del rachide in toto in ortostasi, con proiezione antero-posteriore e laterolaterale, per osservare le deformità nei diversi assi spaziali e comprendere l’origine della scoliosi, misurandone i gradi e quindi la gravità
  • la risonanza magnetica del rachide in toto, che offre immagini delle parti molli della colonna vertebrale interessate dalla deformità (dischi intervertebrali, midollo spinale, radici nervose);
  • eventuale TAC di controllo.

Trattamento

L’approccio terapeutico della scoliosi dell’adulto varia a seconda della gravità del quadro clinico e radiografico e delle comorbidità presenti. 

Il trattamento proposto al paziente può essere di 2 tipi:

  1. conservativo: attraverso il ricorso a terapie fisiche, infiltrazioni o corsetti correttivi. Questo approccio è generalmente consigliato nei casi di deformità lieve o a quei pazienti ai quali non è bene proporre il trattamento chirurgico a causa di altre patologie concomitanti. 
  2. chirurgico: è proposto ai pazienti con curve scoliotiche importanti, destinate a una ulteriore progressione degenerativa nel tempo. Le tecniche chirurgiche possono essere di vario tipo e hanno l’obiettivo di riallineare e stabilizzare la correzione della deformità tramite un’ artrodesi che prevede l’impianto di viti e barre. Il ricorso alla chirurgia vertebrale robotica può essere indicato anche in caso di deformità vertebrali per implementare la precisione dell’impianto dei mezzi di sintesi, ridurre l’invasività dell’intervento e i tempi di recupero post-operatorio.
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